affamata

Avevo appena litigato con Lucio. Un litigio da poco, nato dalla sua solita avarizia di parole, di attenzioni, nato dalla mia fame di amore, di virgole piazzate bene – la gelatina sulla fragola, il velo dello zucchero sulla fetta di torta come una brina, prima di servirla. La panna spruzzata nel cucchiaio al bisogno, poiContinua a leggere “affamata”

Versioni

La settimana scorsa mia madre si è rimessa l’abito da sposa. Non le si chiude più sulla schiena e la gonna, sotto, è lercia – la muffa e il tempo l’hanno incancrenita -, ma lei lo stesso ha voluto indossarlo. Quando sono tornata da scuola, l’ho trovata così, col vestito spalancato da dietro e spioventeContinua a leggere “Versioni”

Mia madre rideva

Quando urlavo, mia madre rideva. Le pizzicavo l’avambraccio per dirle che ero pronta, come un’accordatura, lei spalancava gli occhi per non perdersi la scena, le pupille che sporgevano umide in avanti. Allora mi premevo le mani sulle orecchie, prendevo fiato e vuotavo i polmoni, l’aria che mi si dilatava contro il palato e prendeva forma,Continua a leggere “Mia madre rideva”

Souvenir

Le prime parole che ho imparato a leggere sono state quelle che componevano il nome di un albergo: Hotel Millefiere. Trovavo questa scritta stampata sul retro dei piatti di casa, ricamata sul taschino degli accappatoi e poi sulle penne, sui bloc-notes, sugli asciugamani bianchi che ci portavamo al mare, e che mia madre distendeva conContinua a leggere “Souvenir”